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SAMBUCETOLE – LAGUSCELLO SAN FRANCESCO 21 GENNAIO 2024

 

Lunghezza: 10 km circa
Difficoltà percorso: Escursionistico
Durata escursione : 4 ore circa

Luogo di incontro: Ore 8.00 Parcheggio “Class Hotel”
Ore 8.30 Impianti sportivi Sambucetole

Si consiglia colazione al sacco

Referente escursione AE CSEN Antonio Possanzini telefono +39 349 860 9383

Note storiche

Ludovico il Bavaro e l’antipapa Niccolò V nel 1328 richiamati in Todi dagli stessi Chiaravalle con cospicue donazioni in denaro. Fu successivamente conquistato dal cardinale Egidio Albornoz nella seconda metà del XIV secolo per poi tornare sotto l’egida chiaravallese. La rocca fu assedia e distrutta nell’agosto 1500 da 13.000 soldati pontifici agli ordini di Bartolomeo d’Alviano, Vitellozzo Vitelli e Paolo Orsini per volere di Alessandro VI. Nei registri delle decime degli anni 1275 e 1279 riportati nel testo “Rationes Decimarum Italiae” viene riportato il nome della chiesa di Laguscello, dedicata aSan Biagio. I Chiaravalle dopo la distruzione di Laguscello si trasferirono in Amelia dove diedero origine alla famiglia Canali o Canale, denominazione quest’ultima assunta dal nome del vicino castello di Canale, di cui i Chiaravalle erano proprietari insieme a Laguscello.

La chiesa di Santa Maria in Canale, così nominata perché inglobata nel territorio del castello di Canale diruto (Castro analis) fu un monastero benedettino femminile medievale incorporato oggi in un casale conosciuto come il Podere di Santa Maria a Canale (nei pressi di Sambucetole, circa 6 km a nord di Amelia) che fu chiuso nel 1428.
La chiesa fu costruita sulle rovine di un luogo di culto etrusco-italico che fu poi monumentalizzato, probabilmente nel III secolo a. C. Il podio della struttura risultante sopravvive sotto il livello del suolo, e parte di un muro costruito in grossi massi squadrati di travertino fornisce le fondamenta di un muro della struttura attuale. Il tempio aveva uno spazio centrale affiancato da due sale più piccole, e un pronao con due file di quattro colonne. Il tutto fa supporre ad un tempio a tre navate munito di abside, le murature sono dello spessore costante pari a cm. 90, formato da blocchi unici lavorati su ogni faccia di cui una parte era visibile anche dispersa nella campagna circostante sino a qualche decennio fa del secolo scorso. Oggi il complesso rispecchia l’impostazione ottocentesca seppur oscurato da un orribile recente abitazione che ha sostituito una limitrofa bella stalla antica. Qui è stata rinvenuta anche una lamina bronzea opistografa (scritta su ambedue le facce), con epigrafe in lingua umbra del IV-III secolo a.C. Frammenti di questa iscrizione ( scoperta nel sito nel 18 ° secolo) fu venduta al cardinale Stefano Borgia. Dopo la sua morte nel 1804, passarono a quello che oggi è il Museo Archeologico Nazionale, Napoli. Una copia è stata esposta al museo di Amelia. Queste iscrizioni in cinque linee, che utilizzano un alfabeto etrusco da Volsinii (Orvieto), sono simili, ma non identici, e la loro natura frammentaria li rende difficili da capire. La prima riga sembra registrare la dedica di un regalo (“dunu“) per una divinità (“duvie“), forse Giove, particolarmente venerata fra le genti umbre o un’altra divinità a lui collegate. Le altre linee probabilmente registrano i cognomi dei donatori. L’iscrizione è collocato nel suo contesto più ampio nella pagina su iscrizioni umbre prima della conquista romana.
Il tempio pagano di Santa Maria in Canale testimonia l’incipiente monumentalizzazione dei luoghi di culto, avvenuta nel III sec. A.C. quando Roma estende il dominio in Umbria.

Lungo il percorso si incontrano i resti di un antico monastero francescano (in precedenza abbazia benedettina). Vicino al convento avrebbe sostato San Francesco (Asissi 1182-1226) che amava ritirarsi in preghiera in una grotta vicina chiamata in suo onore Grotta di San Francesco

Secondo diversi esperti la presenza di San Francesco in quella grotta non è documentata da nessuna fonte, sicuramente però il Santo ha circuitato nella zona; infatti è documentata la presenza presso l’Ospedale delle Quattro Cappelle nella zona di Castel dell’Aquila. Pirro Alvi, nel suo libro “Todi città illustre dell’Umbria” del 1910 afferma che : “San Francesco di Assisi mentre orava nella cella vicina all’orto della Madonna degli Angeli, nel mese di Giugno del 1223, gli apparve, circa la mezzanotte, come nemico il tentatore infernale, e gli disse perché vuoi Francesco morire prima del tempo? A che tanto vegliare? Altre volte ti ho detto nella chiesa che si chiama le Quattro Cappelle, nel contado di Todi, che essendo tu giovinetto puoi esercitare altra penitenza per castigare i tuoi peccati”
La fama del Santo era così diffusa che il Convento benedettino che si trova a poca distanza dallo speco in questione, visibile poco più avanti sempre percorrendo il circuito di trekking, passò di li a poco all’ordine francescano.

Cari Soci, ricordiamo che è necessario rinnovare il tesseramento per l’anno 2024 onde usufruire della necessaria copertura assicurativa in escursione.

Per poter partecipare è necessario possedere la tessera dello CSEN o FIE. In alternativa, è possibile stipulare un’assicurazione giornaliera al costo di 15 euro che dovrà essere confermata almeno un giorno prima

L’escursione non è indicata alle donne in gravidanza e ai cardiopatici.
I partecipanti alle escursioni sono tenuti al rispetto delle normative ANTI-COVID vigenti al momento.
Ascoltare e seguire collaborativamente le direttive impartite dagli accompagnatori.
Non si potra’ partecipare all’escursione in caso di: sintomi influenzali e temperature superiori a 37,5.
La partecipazione alle escursioni implica la piena consapevole accettazione delle regole sopra elencate.
Gli orari, i tempi di percorrenza, il programma e il percorso potrebbero subire variazioni, a insindacabile giudizio degli accompagnatori, per sopravvenute esigenze del momento.
L’escursione potrebbe essere condizionata dalle condizioni meteo.Per motivi organizzativi, è obbligatorio confermare la propria partecipazione all’escursione.

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