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Il campus di Valle Umbra Trekking, un piccolo reportage

Parola d’ordine: coraggio. Arduo il compito di riassumere il campus della Valle Umbra trekking.

Un appuntamento annuale che ormai si ripete fin dagli albori della nostra associazione. Tante versioni per quante sono le persone che si sono succedute nell’ideazione e gestione del campus negli anni.

Persino durante il periodo del COVID non abbiamo mollato, e ci siamo dovuti reinventare con un campus itinerante diurno, dove ogni giorno i genitori accompagnavano i ragazzi in un posto diverso, per fare le escursioni e le attività all’aria aperta e insieme agli amici. La normale struttura del campus invece è H24; abbiamo la fortuna, o meglio il merito, di avere in gestione, dal Comune di Foligno, una meravigliosa sede, a Pale, dove riusciamo ad ospitare circa 25 ragazzi, ma con picchi anche di 28 e 34, ai quali non riusciamo a dire di no quando ce lo chiedono.

Ogni anno vengono proposte nuove iniziative, e, anche se svolgendosi nella sede i sentieri sono grossomodo gli stessi, si cerca sempre di arricchirle con attività diverse durante il percorso, cercando di cambiare il più possibile. I ragazzi hanno l’opportunità di esplorare la natura mentre imparano in modo interattivo. Scoprono la flora e la fauna del bosco, ascoltano il canto degli uccelli, toccano la corteccia d’albero ruvida e osservano da vicino piccoli insetti. Un’esperienza che li aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza ambientale e un legame speciale con la natura che li circonda. Un’esperienza educativa per piccoli esploratori.

Si fanno inoltre due uscite in pullman ogni volta in un posto diverso, ma sempre legato alla natura o al mondo animale: fattorie didattiche, lo scorso anno Wild Umbria, un centro dove raccolgono e curano animali selvatici feriti per poi rimetterli in natura, e tanto altro ancora. In particolare quest’anno siamo andati al centro Pantarei a Passignano sul Trasimeno, dove, dopo aver visitato tutto il centro e pranzato tutti insieme, i ragazzi hanno partecipato a un workshop didattico sulla costruzione di un intonaco in terra cruda per una stalla per galline, utilizzando la tecnica del torchis. Hanno impastato la terra cruda con la paglia, applicandola su una struttura realizzata con legno di recupero. Questa esperienza pratica insegna l’importanza della sostenibilità e del rispetto ambientale attraverso l’uso di materiali naturali e tecniche tradizionali sviluppando abilità manuali, di problem-solving e collaborazione, contribuendo attivamente a un progetto ecocompatibile. Il laboratorio offre l’opportunità di esplorare costruzioni responsabili e di imparare a costruire con un impatto positivo sull’ambiente.

Ma la progettazione del campus parte già dopo la fine della settimana, dove si tirano le somme delle cose andate meglio e viceversa. Imparare dagli errori è il nostro motto, per accogliere i ragazzi l’anno successivo nel migliore modo possibile, apportando modifiche per progredire nell’organizzazione.

Anche quest’anno quindi tutti pronti con nuove modifiche e quindi le attività sono iniziate a marzo, con le uscite mensili propedeutiche al campus, la cui partecipazione era un requisito necessario per potersi iscrivere.

Il gruppo si è subito dimostrato all’altezza, tutti uniti e coesi, disponibili alle escursioni e alle attività che gli si prospettavano. Partecipi ed estroversi, aperti al mondo naturale e pronti ad immergervisi, si sono trovati a loro agio sia in sede che nelle camminate,  come fosse per loro una normale attività abituale. Si sono saputi subito adeguare ed adattare al dormire in tenda sotto le stelle, senza la protezione delle mura della loro cameretta e consci che non c’erano il loro genitori a coccolarli.

Non senza problemi per carità: non è semplice il fatto di non avere un letto, l’armadio con tutte le loro cose, gli oggetti cari e la presenza della famiglia vicina… Ma è vero anche l’esatto contrario:  tutto ciò in realtà per un ragazzo ha sicuramente il suo fascino, “dormire in tenda è uno spasso, le attività sono molto coinvolgenti e stimolanti adatte a tutti, la comunità che si afferma tra noi ragazzi è meravigliosa, il cibo è buonissimo, di ottima fattura e disponibile per chi ha limitazioni alimentari come allergie o intolleranze, il Campus Vut è un esperienza unica per un ragazzo e soprattutto indimenticabile“, dice Edoardo.

Al di là di tutte queste belle, ma anche un po’ difficili esperienze, l’imparare cose nuove, rispettare i doveri e le regole di convivenza, “apprendere l’autonomia” – come sostiene Justin -, lo vogliamo dire, con le parole di Chiara, quanto si sono “divertiti a sporcarsi con la terra“?

Infatti oltre le informazioni e tutto quanto imparano durante la settimana, in fondo, o forse in cima a tutto, c’è una cosa che prevale ed è l’amicizia, in libertà, in condivisione stando insieme divertendosi, rispettandosi sostenendosi a vicenda e superando difficoltà e paure con coraggio, con l’aiuto ed il sostegno degli amici e di noi accompagnatori.

Per Leonardo: “Una esperienza davvero fantastica e formativa perché noi ragazzi siamo stati tutti insieme a contatto con la natura camminando e scoprendo posti nuovi, cose che al giorno d’oggi si tende a fare sempre meno. Inoltre abbiamo  fatto molte attività  divertenti e  stimolanti (come la lavorazione del salice o della lana al fine di creare portachiavi o collane) che ci hanno insegnato cose nuove abilità  che non mi sarei mai aspettato di scoprire. Il campus permette di creare nuove amicizie e saldarne delle precedenti“.

Mia, invece: “Per me é stata una esperienza nuova, ho conosciuto tante persone e ho imparato cose che non sapevo, mi sono divertita moltissimo e il prossimo anno ritornerò“.

Parola d’ordine è coraggio: il coraggio di vincere tutte le paure, io sono cresciuta superando le mie paure grazie ad un gruppo fantastico che mi ha saputo stare vicino“, secondo Elisabetta.

E poi c’è Pietro che, dopo aver fatto il sindacato del gruppo più grande (e quindi uscente dal campus per età massima compiuta), dice: “Per me questo campus è stata un’occasione di arricchimento interiore da cui ho tratto il senso dell’amicizia , dell’unione, dell’importanza di socializzare e di creare nuove amicizie. Questo campus ti stringe e ti avvolge, con dolcezza e amore, cullandoti come se fossi suo figlio. Bene, io sono cresciuto con esso, e da esso non mi posso separare… me ne rendo conto che questa lettera non è il massimo, ma non riesco a trasmettere le mie sensazioni attraverso delle parole, la magia di quei momenti passati insieme non può essere descritta con giustizia. Spero con tutto il cuore che l’anno prossimo si trovi una soluzione anche per noi più grandi, magari come animatori. Se ci pensate bene per noi potrebbe essere una nuova esperienza da cui trarre nuovi insegnamenti tra cui imparare a responsabilizzarci.”

Chissà che non abbia ragione? Ci penseremo!

Tutto questo, e molto altro, è ciò che è emerso dalle interviste fatte dal cronista di Radio Green Stage che è venuto l’ultimo giorno, facendo una diretta Facebook con tutti i ragazzi, che hanno espresso, in maniera così semplice diretta e sincera, tutte le emozioni provate durante il campus a conferma delle quali c’è stato un pianto emozionante al saluto finale, segno inconfutabile del legame creato tra di loro.

Al prossimo anno, ragazzi!

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